articolo Il mondo animale Diritti degli animali
Doris Day: una vita dedicata ai diritti degli animali freccesabato 26 ottobre 2013

Doris Mary Anne Kappelhoff (in arte Doris Day) nacque nel 1924 a Evanston, un sobborgo di Cincinnati (Ohio, USA). Famosissima come attrice e cantante, è meno nota come attivista nel campo dei diritti degli animali, ai quali ha dedicato gran parte della sua vita; ella, infatti, si ritirò dal mondo della cinematografia nel 1968 e da quello televisivo nel 1973, fissando stabilmente la sua residenza a Carmel-by-the-Sea, in California. Da allora dedicò gran parte del suo tempo, dei suoi sforzi ed anche del proprio denaro alla lotta per i diritti animali. Fino al 1956 Doris non usò la sua influenza per ciò, ma la situazione cambiò in Marocco, come racconta Linda Dozoretz, direttore esecutivo della DDAF.

Durante le riprese del film The Man Who Knew Too Much di Hitchcock assieme al collega Jimmy Stewart, anch’egli amante degli animali, all’improvviso pretese che i cani, i gatti, le mucche, i cavalli, le pecore, gli asinelli e le capre nei pressi del set fossero curati e nutriti, poiché avevano un aspetto scheletrico e macilento; in caso contrario si sarebbe rifiutata di continuare le riprese. La produzione si occupò della sua richiesta, sotto la sua stessa supervisione, e l’attrice, soddisfatta, riprese a girare il film. Successivamente, nel 1971, fondò, assieme ad alcuni colleghi, l’organizzazione Actors and Others for Animals, tuttora la più importante ad Hollywood nell’ambito della salvaguardia dei diritti degli animali. Apparve, così, su numerose riviste per denunciare l’utilizzo di capi d’abbigliamento in pelliccia, al fianco delle sue colleghe attrici Mary Tyler Moore, Angie Dickinson e Jayne Meadows.

Il suo amico Cleveland Amory inserì il racconto di questi episodi della sua vita nel libro intitolato Man Kind? Our Incredible War on Wildlife, pubblicato nel 1974. Dopo il ritiro dalla cinematografia Doris, sfruttando la propria casa ed i propri possedimenti, riuscì, nel corso degli anni, a trovare alloggio per centinaia di animali, fino ad essere soprannominata “The Dog Catcher of Beverly Hills” (“La prendi-cani di Beverly Hills”), non solo per il fatto che salvasse dalla strada molti randagi ma anche perché era solita bussare alle porte dei vicini nel tentativo di ricongiungere i cani dispersi con i loro padroni; se non vi riusciva, o li prendeva con sé o tentava di trovare per loro un’altra sistemazione.

In entrambi i casi si assicurava che gli animali fossero al sicuro e venissero fornite loro le cure adeguate. Una star disse: ”We all had at least one of ‘those Doris Day animals.' If you would see Doris on the street or at the studio, chances are you would end up with some homeless cat or dog Doris was sponsoring. She carried around photos of the animals who needed homes, and then she'd actually come over to inspect your house to make sure you were up to it” (“Noi tutti abbiamo avuto perlomeno uno di ‘quegli animali di Doris Day’. Nel caso in cui tu avessi visto Doris per la strada o allo studio, probabilmente avresti finito col prendere qualche gatto o cane randagio che Doris stava cercando di far adottare. Portava in giro le foto degli animali che avevano bisogno di una casa, e dopo sarebbe passata ad esaminare la tua casa per essere sicura che tu ti stessi prendendo cura dell’animale”).

Nel 1978 fondò a Carmel, assieme al gruppo di volontari che aveva cominciato a riunirsi attorno alla sua persona, la Doris Day Pet Foundation, contando sull’influenza del suo nome e della fama. Tuttavia, “nonostante ogni collocamento fosse una grande soddisfazione, ciò divenne oberante, poiché sempre più animali apparivano bisognosi di una casa” (Linda Dozoretz). Così Doris comprese che ciò non bastava e fondò nel 1987 un’altra organizzazione, la Doris Day Animal League (con sede a Washington D.C.), la cui iniziativa più importante è lo Spay Day USA (“la giornata della castrazione”).

Ciò era conforme alle riflessioni della stessa Doris Day, la quale era giunta a pensare che la causa primaria del problema fosse il sovraffollamento delle strade da parte dei randagi e che, di conseguenza, la soluzione migliore fosse eliminare il problema alla radice, ossia con la sterilizzazione di questi. Doris, con l’intento di ampliare il campo di azione della sua lotta, ha permesso la fusione della DDAL con l’Humane Society of United States ed ha mutato la DDPF nella Doris Day Animal Foundation, che, con l’ausilio di altre organizzazioni no-profit (quali, ad esempio, la Nebraska Humane Society e la Monterey SPCA), è impegnata anche in altri settori, come la cura dei cavalli e la formazione veterinaria. Il successo delle associazioni di cui è fondatrice l’hanno resa, negli Stati Uniti, conosciuta anche nella lotta per il benessere degli animali.

I membri del Congresso iniziarono a seguire i suoi consigli, ad applicare le sue osservazioni nelle proprie città ed a mostrare interesse per la legislazione nazionale in materia di diritti degli animali, mentre i consigli cittadini cercavano di garantirsi il suo appoggio per le proposte di legge. A Cincinnati, il suo luogo di nascita, un parco per cani porta il suo nome. Invitata a comparire in tutto il mondo, raggiunse l’acme della notorietà nel giugno del 2004, quando George Walker Bush le conferì il più alto riconoscimento civile degli Stati Uniti, la Medal of Freedom (la “Medaglia della Libertà”). L’ex attrice ha anche dichiarato di non essere affatto pentita di essere uscita dal mondo della cinematografia, ma di essere, anzi, contenta della sua decisione, poiché le ha permesso di dedicarsi ad un impegno tanto importante ed oneroso; ha inoltre detto che non ha mai lavorato in modo più arduo di quanto stia facendo adesso per l’intero mondo animale.
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Emanuele  Vuono - vedi tutti gli articoli di Emanuele  Vuono



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Doris Mary Anne Kappelhoff (in arte Doris Day) nacque nel 1924 a Evanston, un sobborgo di Cincinnati (Ohio, USA). Famosissima come attrice e cantante, è meno nota come attivista nel campo dei diritti degli animali, ai quali ha dedicato gran parte della sua vita; ella, infatti, si ritirò dal mondo della cinematografia nel 1968 e da quello televisivo nel 1973, fissando stabilmente la sua residenza a Carmel-by-the-Sea, in California. Da allora dedicò gran parte del suo tempo, dei suoi sforzi ed anche del proprio denaro alla lotta per i diritti animali. Fino al 1956 Doris non usò la sua influenza per ciò, ma la situazione cambiò in Marocco, come racconta Linda Dozoretz, direttore esecutivo della DDAF.

Durante le riprese del film The Man Who Knew Too Much di Hitchcock assieme al collega Jimmy Stewart, anch’egli amante degli animali, all’improvviso pretese che i cani, i gatti, le mucche, i cavalli, le pecore, gli asinelli e le capre nei pressi del set fossero curati e nutriti, poiché avevano un aspetto scheletrico e macilento; in caso contrario si sarebbe rifiutata di continuare le riprese. La produzione si occupò della sua richiesta, sotto la sua stessa supervisione, e l’attrice, soddisfatta, riprese a girare il film. Successivamente, nel 1971, fondò, assieme ad alcuni colleghi, l’organizzazione Actors and Others for Animals, tuttora la più importante ad Hollywood nell’ambito della salvaguardia dei diritti degli animali. Apparve, così, su numerose riviste per denunciare l’utilizzo di capi d’abbigliamento in pelliccia, al fianco delle sue colleghe attrici Mary Tyler Moore, Angie Dickinson e Jayne Meadows.

Il suo amico Cleveland Amory inserì il racconto di questi episodi della sua vita nel libro intitolato Man Kind? Our Incredible War on Wildlife, pubblicato nel 1974. Dopo il ritiro dalla cinematografia Doris, sfruttando la propria casa ed i propri possedimenti, riuscì, nel corso degli anni, a trovare alloggio per centinaia di animali, fino ad essere soprannominata “The Dog Catcher of Beverly Hills” (“La prendi-cani di Beverly Hills”), non solo per il fatto che salvasse dalla strada molti randagi ma anche perché era solita bussare alle porte dei vicini nel tentativo di ricongiungere i cani dispersi con i loro padroni; se non vi riusciva, o li prendeva con sé o tentava di trovare per loro un’altra sistemazione.

In entrambi i casi si assicurava che gli animali fossero al sicuro e venissero fornite loro le cure adeguate. Una star disse: ”We all had at least one of ‘those Doris Day animals.' If you would see Doris on the street or at the studio, chances are you would end up with some homeless cat or dog Doris was sponsoring. She carried around photos of the animals who needed homes, and then she'd actually come over to inspect your house to make sure you were up to it” (“Noi tutti abbiamo avuto perlomeno uno di ‘quegli animali di Doris Day’. Nel caso in cui tu avessi visto Doris per la strada o allo studio, probabilmente avresti finito col prendere qualche gatto o cane randagio che Doris stava cercando di far adottare. Portava in giro le foto degli animali che avevano bisogno di una casa, e dopo sarebbe passata ad esaminare la tua casa per essere sicura che tu ti stessi prendendo cura dell’animale”).

Nel 1978 fondò a Carmel, assieme al gruppo di volontari che aveva cominciato a riunirsi attorno alla sua persona, la Doris Day Pet Foundation, contando sull’influenza del suo nome e della fama. Tuttavia, “nonostante ogni collocamento fosse una grande soddisfazione, ciò divenne oberante, poiché sempre più animali apparivano bisognosi di una casa” (Linda Dozoretz). Così Doris comprese che ciò non bastava e fondò nel 1987 un’altra organizzazione, la Doris Day Animal League (con sede a Washington D.C.), la cui iniziativa più importante è lo Spay Day USA (“la giornata della castrazione”).

Ciò era conforme alle riflessioni della stessa Doris Day, la quale era giunta a pensare che la causa primaria del problema fosse il sovraffollamento delle strade da parte dei randagi e che, di conseguenza, la soluzione migliore fosse eliminare il problema alla radice, ossia con la sterilizzazione di questi. Doris, con l’intento di ampliare il campo di azione della sua lotta, ha permesso la fusione della DDAL con l’Humane Society of United States ed ha mutato la DDPF nella Doris Day Animal Foundation, che, con l’ausilio di altre organizzazioni no-profit (quali, ad esempio, la Nebraska Humane Society e la Monterey SPCA), è impegnata anche in altri settori, come la cura dei cavalli e la formazione veterinaria. Il successo delle associazioni di cui è fondatrice l’hanno resa, negli Stati Uniti, conosciuta anche nella lotta per il benessere degli animali.

I membri del Congresso iniziarono a seguire i suoi consigli, ad applicare le sue osservazioni nelle proprie città ed a mostrare interesse per la legislazione nazionale in materia di diritti degli animali, mentre i consigli cittadini cercavano di garantirsi il suo appoggio per le proposte di legge. A Cincinnati, il suo luogo di nascita, un parco per cani porta il suo nome. Invitata a comparire in tutto il mondo, raggiunse l’acme della notorietà nel giugno del 2004, quando George Walker Bush le conferì il più alto riconoscimento civile degli Stati Uniti, la Medal of Freedom (la “Medaglia della Libertà”). L’ex attrice ha anche dichiarato di non essere affatto pentita di essere uscita dal mondo della cinematografia, ma di essere, anzi, contenta della sua decisione, poiché le ha permesso di dedicarsi ad un impegno tanto importante ed oneroso; ha inoltre detto che non ha mai lavorato in modo più arduo di quanto stia facendo adesso per l’intero mondo animale.
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Emanuele  Vuono - vedi tutti gli articoli di Emanuele  Vuono



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